Sono tantissime le persone che lamentano ogni anno problemi intestinali di varia natura. Non trattandosi nella maggior parte dei casi di dolori lancinanti, tali da causare un riposo forzato del soggetto, il malato tende a sottovalutare il disturbo, etichettandolo come il “solito mal di pancia”. Eppure sappiamo bene come la qualità della nostra alimentazione e del cibo che introduciamo nel tubo digestivo può avere conseguenze dirette sullo stato della flora batterica intestinale e non è il caso di prendere sotto gamba dei piccoli fastidi che possono degenerare ad esempio in una colite spastica.
Intolleranti alla cattiva alimentazione
La stragrande maggioranza delle persone su questo Mondo nasconde delle intolleranze, più o meno gravi, nei confronti di determinati cibi. Può accadere che una deliziosa torta fatta in casa, condita con semi di sesamo, possa rivelarsi fatale per le mucose dell’intestino. Non è affatto detto che il pasto più genuino o la verdura più fresca debba necessariamente portare benefici ad uno stomaco già indebolito o ad un soggetto che non ha ancora preso consapevolezza delle proprie intolleranze alimentari. Se è vero che uno studio chinesiologico, basato sul test attraverso i muscoli, può spiegare gran parte degli allergeni non sopportati dall’organismo, non tutti gli individui hanno la pazienza di sottoporsi a questo tipo di controlli o si recano in ospedale, se ritengono sia qualcosa di lieve entità o di passeggero. La conseguenza più diretta di questo comportamento lassista è il perdurare di un’irritabilità intestinale di cui è spesso il colon a pagare le conseguenze maggiori. Considerato poi il collegamento più o meno implicito tra intestino e attività cerebrale, confermato da moltissimi studi anche sull’epilessia, c’è da giurare che essere attenti a quello che mangiamo è il miglior modo per prevenire problematiche di colon irritabile.
Cosa evitare assolutamente a tavola
Esiste una lista di cibi che sarebbe auspicabile tenere lontani dalla nostra bocca, perchè hanno la proprietà di infiammare le pareti dell’intestino e, se continuate ad essere assunte, possono aggravare la situazione di una colite nervosa. Se alla nostra vita stressata, aggiungiamo una dieta pesante, priva di accorgimenti base, vedremo le nostre giornata scandite da diarrea, flatulenza e attacchi di colite fulminante. Sarà sufficiente destare un po’ più di attenzione e limitare il regime alimentare solo in funzione di quello che il nostro colon può tollerare meglio.
La lista di questi nutrimenti, dagli effetti indesiderati, comprenderà:
I latticini; meglio rinunciare a mozzarelle o derivati del formaggio, decisamente duri da smaltire per il nostro colon e in grado di sedimentarsi a lungo tra le curve del tubo digerente, prima di essere espulsi
noci e frutta secca in generale; per quanto facciano bene, in un soggetto sano, soprattutto se ingerite a colazione, vanno invece rigorosamente proibite quando si accusa un colon irritato.
Carne rossa, seppure, salvo casi più cronici, potremo continuare saltuariamente a mangiarla (1-2 volte nel mese), anche i prodotti come la carne di cavallo e quella vaccina, non possono che fare male al colon. Sostituti proteici come la soia sono ideali per limitare il consumo settimanale di questo cibo.
L’elenco che segue, invece descrive alcuni nutrimenti utili a stemperare l’infiammazione in corso e facilitare la crescita di flora batterica sana, ideali quindi per una dieta che cura la colite spastica.
E’ il caso dell’olio extravergine che, senza esagerare nelle dosi, si dimostra assai utile alla causa. Stesso discorso per l’acqua che rappresenta l’elemento base per garantire la giusta idratazione, anche a livello intestinale e arginare pertanto i problemi di peristalsi.