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Pesce fresco a km 0

Il pesce fresco è meglio di quello surgelato?

Eurobarometro ha stilato un rapporto secondo cui agli italiani piace il pesce. Il consumo è di 25 kg a testa e il 42% delle persone intervistate ha detto che lo porta in tavola almeno una volta a settimana. Il pesce fa bene alla salute ma sono ancora tanti i luoghi comuni che influenzano la scelta.

Indice

La differenza tra pesce surgelato e congelato

Il termine congelato si riferisce alla conservazione casalinga dei prodotti che viene fatta per preservare gli alimenti dal deterioramento. La surgelazione invece è un processo che si ottiene con macchinari industriali a temperature di -18°C e con uno strato di ghiaccio chiamato ‘glassatura’ che protegge il cibo dall’ossidazione e gli conferisce un aspetto più sano. Il pesce che acquistiamo al supermercato è surgelato, la composizione e le proprietà nutrizionali non sono molto diverse da quello fresco, a cambiare sono le caratteristiche organolettiche, ovvero quelle che percepisce il nostro palato, l’olfatto e il tatto.

Accertatevi sempre della provenienza del pesce fresco perché si deteriora in fretta, un odore di ammoniaca deve mettervi in guardia. La freschezza del pesce dipende dal tempo che intercorre tra la pesca, la distribuzione e il consumo. Preferite sempre il km 0, una scelta di carattere etico e salutare. Le caratteristiche infatti rimangono intatte e si sostiene l’economia locale.

Il pesce fa dimagrire?

Spesso viene inserito il pesce nei regimi alimentari dimagranti perché è un luogo comune che fa dimagrire, più della carne. I prodotti ittici contengono meno colesterolo e più grassi buoni come gli omega 3, inoltre sono facilmente digeribili e adatti ad un programma alimentare ipocalorico. Alcuni tipi di pesce come il salmone, le aringhe, l’anguilla, lo sgombro, le sarde e le triglie, sono decisamente più grassi della carne, ma il loro consumo apporta diversi benefici al nostro organismo. L’apporto calorico non deve essere sottovalutato, quindi se siete a dieta preferite pesci magri come branzino, nasello, merluzzo, orata e polpo. Secondo la dieta mediterranea il pesce deve essere consumato almeno 3 volte a settimana.

Cozze e vongole non sono pericolose

I molluschi sono considerati dei ‘filtri’ perché assorbono tutte le sostanze presenti nell’acqua del mare, anche quelle pericolose come i germi che causano le tossinfezioni alimentari. L’ultimo in ordine di tempo che ha dovuto fare i conti con questo tipo di problema è il cantante Amedeo Minghi che ha dovuto annullare tutti i concerti ed è stato ricoverato in ospedale. I rischi aumentano quando si consumano cozze e vongole crude. Il calore uccide i batteri e la cottura è l’unico strumento per proteggerci. Se acquistate le cozze e le vongole, assicuratevi che siano vendute nelle reti sigillate dove ci sono tutte le indicazioni sull’etichetta, inclusa la data di scadenza.

About Flavia Montanaro

Classe 1985. Web editor. Appassionata di alimentazione sana e vivere green, con una passione per i superfood: il cibo del futuro!

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