Il biscotto di Ceglie è un dolcetto a base di mandorle tostate a forma di cubetto che nasconde un cuore di marmellata di ciliegie o di uva con retrogusto agrumato. Il dolce viene prodotto a Ceglie Messapica, in provincia di Brindisi, si trova tutto l’anno ma, come potrete facilmente immaginare è durante le feste che il biscotto di Ceglie diventa il protagonista assoluto. Per la preparazione dell’autentico dolce, che si fregia dell’ambito riconoscimento di Presìdio Slow Food, si devono utilizzare ingredienti che provengono dal territorio, l’unica eccezione è per lo zucchero.
Il piccolo centro di Ceglie Messapica è considerato la capitale gastronomica del territorio, ma qui si concentra la maggiore produzione di mandorle, quelle che resistono ancora sono circa 40 tipi, ridotte a pochi esemplari, come specifica il sito di Slow Food. Tornando al piscquett’l (biscotto) per i cegliesi ha più valore di un diamante. Per la preparazione si usano mandorle tostate e scottate in acqua tostate finemente, si impastano con zucchero, miele e scorza di limone e si bagnano con rosolio di agrumi, poi si aggiungono le uova (la proporzione è di 4 per 1 kg di mandorle) e si ottiene un impasto sodo e liscio da cui si ricavano delle strisce. Al centro si posiziona la confettura e poi si richiudono e si tagliano i quadrotti.
I biscotti di Ceglie possono essere anche glassati con una soluzione a base di zucchero, acqua e cacao. Le donne del paese oltre a prepararli per le feste e le ricorrenze religiose, li aggiungevano alle bomboniere di nozze, una tradizione che ormai si è persa. Il biscotto di Ceglie rischia di scomparire del tutto perché è un dolce contadino. Grazie al lavoro del Consorzio per la Tutela e la Valorizzazione si sta incentivando la sua diffusione e ricostruendo la filiera di qualità recuperando le colture tipiche di mandorli, ciliegi e vitigni considerati poco redditizi.