Lo scenario dei disturbi alimentari, problematiche che riguardano moltissime persone di tutte le età (purtroppo pure soggetti nel periodo infantile e adolescenziale), comprende anche il disturbo da binge eating. Di cosa si tratta? Quali sono i sintomi e quali le soluzioni da considerare per risolvere il problema? Nelle prossime righe puoi trovare qualche informazione in merito.
Indice
Disturbo da binge eating: come si manifesta
La principale caratteristica del disturbo da binge eating riguarda il fatto che chi lo vive in prima persona si lascia andare a episodi di abbuffate. Per poter parlare di diagnosi, è necessario che i suddetti episodi si manifestino per almeno una a volta alla settimana nell’arco di un trimestre.
Per essere più precisi, è necessario ricordare che gli episodi di abbuffata che contraddistinguono il binge eating sono caratterizzati dalla mancanza di controllo sulle quantità di cibo assunta.
Proseguendo con gli aspetti diagnostici importanti da considerare quando si parla di questo disturbo alimentare, è bene sottolineare il fatto che, chi ne soffre, consuma il cibo con una velocità notevolmente più alta rispetto al normale.
Inoltre, chi soffre di binge eating mangia anche se non ha fame e tende a impegnarsi per non essere visto da nessuno quando si abbuffa. Il motivo è molto semplice ed è legato al fatto che sopraggiunge un senso di vergogna.
Altre informazioni
Quando si parla di disturbo da binge eating, è necessario specificare che si tratta di una problematica che può colpire sia soggetti normopeso, sia persone sovrappeso od obese.
Un altro aspetto essenziale riguarda il fatto che, a differenza di quanto accade con la bulimia, chi vive questo disturbo non mette in atto delle condotte di compensazione come il vomito indotto o l’assunzione di lassativi.
Questo significa che, se il problema continua per molto tempo, è naturale che chi ne soffre a lungo andare arrivi a essere in sovrappeso o a diventare obeso (con tutti i rischi del caso per quanto riguarda la salute del cuore).
Quando si palesa il problema?
Nella maggior parte delle situazioni, il disturbo da binge eating fa la sua comparsa negli anni dell’adolescenza. Si tratta di una condizione senza dubbio grave che, purtroppo, viene affrontata spesso troppo tardi.
Il motivo riguarda il fatto che la mancanza di condotte compensatorie non fa pensare alla presenza di un disagio che merita di essere risolto. In molti casi, il binge eating viene preso in mano seriamente solo dopo aver effettuato diverse diete senza successo.
Per quel che concerne le cause, si parla di fattori genetici ma anche dell’influenza dei meccanismi sociali e di quella del sistema endocrino.
Come risolverlo
Pensare di risolvere da soli il disturbo da binge eating è sbagliato. Come poco fa ricordato, non è sufficiente rivolgersi a un buon dietologo. Si tratta infatti di un problema comportamentale che va al di là della consapevolezza delle proprie abitudini alimentari e della conoscenza delle dritte per migliorarle.
La soluzione giusta è quindi quella di rivolgersi a uno psicoterapeuta (se cerchi un professionista esperto nell’aiutare i pazienti ad affrontare e a risolvere i disturbi alimentari, a Torino c’è la psicologa Iria Barbiè).
Nella maggior parte dei casi, problematiche come questa vengono risolte tramite la terapia cognitivo comportamentale. La psicoterapia – che può essere esercitata solo da chi ha laurea e abilitazione in psicologia e ha svolto quattro ulteriori anni di studio presso una scuola specializzata – si contraddistingue per diversi orientamenti.
Quello cognitivo comportamentale, come è chiaro dal nome, presuppone una connessione tra come vediamo il mondo e i nostri comportamenti. Il terapeuta, aiutando il paziente a ristrutturare il primo aspetto, influisce in maniera positiva sul secondo.
Le sedute sono generalmente focalizzate sul presente e prevedono il fatto che il terapeuta fornisca di volta in volta al paziente dei compiti profondamente connessi con la sua vita pratica.