Il rafano appartiene alla famiglia delle crucifere, la stessa di cavoli, broccoli e ravanelli. Sono molti i nomi con cui viene chiamato, forse avrete sentito parlare di rafano rusticano e tedesco, e ancora di barbaforte e cren. La pianta di rafano è caratterizzata da foglie grandi e di colore verde brillante, i fiori invece sono più piccoli, in cucina si usa la radice che ha la polpa soda e biancastra. Sin dal Medioevo, le proprietà terapeutiche del rafano erano ben note, soprattutto quelle antinfiammatorie. Solo nel XVI la radice arrivò anche in cucina. Originario del Medio Oriente, la coltivazione è sviluppata soprattutto nelle zone del nord Italia e in Germania, dove si prepara una salsa per carne e pesce. Qui il rafano è molto importante, pensate che in Baviera c’è addirittura un museo.
Il rafano è composto al 95% di acqua, poi fibre, vitamine idrosolubili e sali minerali. Il sapore piccante è dato dai composti glucosinolati che, in seguito all’idrolisi, si trasformano in isocianati e isotiocianati, tra questi la sinagrina (presente anche nella senape). Il rafano è ipocalorico, 100 grammi di prodotto contengono solo 48 calorie. Grazie alla presenza di acido glicolico, è ottimo in caso di raffreddore, e libera le vie respiratorie da muco e catarro. In caso di infezioni alle vie urinarie invece interviene il solfuro di allile, dalle note proprietà antibatteriche e antibiotiche. Inoltre stimola la diuresi e favorisce l’eliminazione delle tossine, intervenendo nell’azione di contrasto dei radicali liberi a supporto del sistema immunitario.
Il rafano è sconsigliato in caso di ulcere, gastrite e problemi renali. Deve essere consumato con moderazione perché può irritare le mucose intestinali. La radice si può consumare cruda, grattugiata o tagliata a julienne. Una particolare varietà diffusa in giappone, viene utilizzata per il wasabi. Prima di lasciarvi però vogliamo illustrarvi come preparare la salsa cren a base di rafano. Dopo aver grattugiato la radice dovete aggiungere pangrattato, olio extravergine di oliva e aceto di mele. Il composto deve essere ridotto in pasta, e poi conservato in frigo. Ideale per pesce affumicato, carni, formaggi e uova, la salsa cren si può gustare anche su patate bollite e stufate per dare un sapore più sfizioso.