La cura dell’ambiente e l’attenzione a questa particolare pratica, nel rispetto del mondo che ci circonda, sono tematiche che avrebbero dovuto esistere da sempre e che invece hanno tardato ad emergere nei pensieri degli esseri umani. Nonostante ciò, negli ultimi anni si sono sviluppate in maniera – finalmente – importante e sempre più concreta, tanto che oggi una larga parte della popolazione si propone di condurre una vita che sia in linea con questi principi.
Ma come farlo? Esistono davvero molti modi per poter influire in modo positivo sulla natura tutta e ridurre il nostro impatto ambientale. Di certo la maggior parte di questi è riconducibile, in sostanza, al nostro stile di vita e dunque al tipo di oggetti di cui ci circondiamo ed anche fortemente alle nostre abitudini: potremmo per esempio cominciare a pulire cucina in modo ecologico nell’ottica del rispetto del pianeta.
Ma non si tratta solamente di questo, pur se in gran parte è così. Il discorso è comunque sempre strettamente collegato alle nostre abitudini ed alla nostra quotidianità, ma di questa categoria fanno parte anche quelle alimentari. Anche il cibo infatti può avere un determinato impatto ambientale: scopriamo come, e quali sono i cibi più consigliabili da scegliere.
Come può il cibo avere un impatto ambientale
Proprio così: anche il cibo che consumiamo quotidianamente ha un impatto ambientale, ed è anche piuttosto notevole. Ovviamente questo varia in base al tipo di prodotto di cui andiamo a parlare, ma questa non è l’unica variabile che condiziona i numeri del risultato finale. Ce n’è infatti un’altra, che risulta determinante. Ma quale? Si tratta del ciclo di produzione. Più frequentemente un determinato genere alimentare verrà prodotto, più aumenterà il suo impatto ambientale.
Per calcolare le cifre finali entrano in gioco comunque una grande serie di fattori, come per esempio l’acqua utilizzata durante tutti i processi necessari alla produzione (e si parla talvolta di numeri davvero allucinanti). Il risultato però, in sostanza, è il fatto che la produzione alimentare nel suo complesso causa immensi oneri ambientali. Esiste però il modo di ridurre questi ultimi, che a ben vedere non si rivelano davvero necessari né per le nostre diete quotidiane né, di conseguenza, per la nostra sopravvivenza.
Proprio a questo punto del discorso si possono agganciare quindi le famose diete a base vegetale. Siano esse vegetariane o vegane, con le varie differenze che le due filosofie comportano, la conclusione è che i numeri sostengono in maniera assoluta queste alternative. Le emissioni alimentari collegate a queste diete si riducono infatti di percentuali elevatissime, fino addirittura al 73% rispetto a quelle legate alle diete tradizionali.
Esempi di cibo a basso impatto ambientale
Andiamo a vedere quali sono i cibi più indicati per un basso impatto ambientale, ovvero quelli che vanno a costituire gli alimenti principali e “basici” di tutte quelle diete che abbiamo citato, vegetariane e vegane. Sicuramente uno degli elementi principe della dieta vegana è rappresentato dal tofu: questo può essere preparato e gustato davvero in un’infinità di modi, anche affumicato, ma il suo impatto ecologico è enormemente inferiore a quello di cibi convenzionali.
Un altro alimento che va a porsi nello stesso gruppo è il seitan, mentre se vogliamo rimanere in campi un po’ più conosciuti ed esplorati potremmo utilizzare alcune verdure o anche legumi come alternativa ai consueti piatti a base di carne: dalle melanzane, con le quali potremo dar vita a delle gustose polpette, fino ai fagioli. Capiamo bene insomma che la possibilità di utilizzare verdure e legumi ci offre una vastità di occasioni.
Altro alimento particolarmente duttile e adattabile a molti piatti sono i ceci, che possono trasformarsi anche in deliziosi paté. Le verdure potranno poi condire anche i nostri primi piatti: sarà possibile utilizzarle per creare un ragù vegetale, ma anche per gustare un risotto proprio a base di verdure e ortaggi.