Non ce ne stiamo accorgendo, ma negli ultimi anni c’è stata una vera e propria rivoluzione nel consumo del caffè in Italia. Da grandi utilizzatori di moka ci stiamo pian piano trasformando in divoratori di capsule. I motivi sono tanti oltre a una ben studiata campagna di marketing. Le capsule sono più veloci nell’utilizzo, non c’è il rischio di sbagliare la preparazione e c’è la possibile fare un solo caffè per volta.
Le capsule non vanno confuse con le cialde, questi due prodotti a prima vista sono simili ma nei fatti molto diversi. Le capsule hanno un involucro in plastica o in alluminio che assicura il mantenimento dell’aroma e difende il caffè dall’umidità e dal calore. Le cialde, invece, sono piatte e di carta e vengono realizzate tramite atmosfera protetta per conservare al meglio le qualità e l’aroma del caffè. Inoltre, le capsule solitamente contengono 5 grammi di caffè, le cialde molto spesso 7 grammi.
Insomma una vera rivoluzione sta passando attraverso i pregiati chicchi di caffè ma una cosa rimane stabile, il consumo del caffè espresso al bar. Un’abitudine difficile da sradicare. Per riuscire meglio a capire il rapporto tra italiani e caffè ecco alcuni numeri. Nel 2017 il consumo del caffè in Italia, in grani o in polvere, e stato pari a 6 kg a testa, sopra la media europea ma quasi la metà di quanto ne bevono i finlandesi (11 kg). Nei 149 mila bar presenti in ogni regione italiana si servono in media 175 tazzine di caffè al giorno che rappresentano il 32,5% del fatturato di un bar di medie dimensioni. Le capsule sono consumate abitualmente da 4,5 i milioni di italiani.
Dal punto di vista dell’aggregazione però il caffè fatto con la moka è sicuramente quello che ha una marcia in più, ad esempio, dopo un pranzo in famiglia o con gli amici il caffè con la moka, con i suoi tempi attesa, è l’ideale per rilassarsi e discutere del più e del meno. La mattina, il profumo della caffettiera che ha appena fatto il caffè è sicuramente il modo migliore per iniziare la giornata. E poi senza girarci troppo attorno, uno dei maggiori pregi del caffè preparato con la moka resta il costo, sempre nettamente inferiore rispetto alle capsule e alle cialde, intorno a circa 12 centesimi per ogni tazzina.
Altro aspetto che sta emergendo è la ricerca della qualità. Molti italiani col passare del tempo stanno sempre più cercando di approfondire la conoscenza di questa particolarissima bevanda, si stanno moltiplicando infatti i corsi di degustazione del caffè e sempre più spesso all’interno dei bar è possibile trovare varie tipologie di miscele con baristi che danno indicazioni specifiche sulla tipologia di caffè servito al banco.
Ma cosa si insegna in un corso di degustazione del caffè? Di solito questi corsi si compongono di una parte teorica e una dedicata all’assaggio. Nella parte teorica si parla di assaggio dell’espresso in relazione alle finalità, le condizioni ambientali e psicofisiche dell’assaggiatore e gli strumenti che si utilizzano. Poi di solito viene introdotta la scheda d’assaggio: cos’è e come si usa.
La parte pratica riguarda l’applicazione del metodo di assaggio a una serie di caffè espresso didattici. Questi caffè sono campioni con evidenti anomalie nel ciclo produttivo del caffè verde, del processo di tostatura e/o di conservazione e/o derivanti da una cattiva preparazione (errori di macinatura e di estrazione).
Così come è accaduto prima con il vino poi con l’olio, una fetta di consumatori sta sempre più dirigendosi verso le eccellenze e prodotti di qualità superiore. Insomma il mondo del caffè sta attraversando una rivoluzione e non è semplice individuare cosa accadrà nei prossimi anni. E bene segnalare però qualcosa di nuovo e interessante, alcuni ristoranti hanno iniziato a servire a fine pasto caffè fatto con la moka.