Ad oggi, dove la genuinità degli alimenti è un requisito prezioso, ci si domanda spesso quale sia la provenienza del cibo. La Barilla dunque a pubblicato un unisce sul cibo sostenibile.
L’indice Barilla sul cibo sostenibile
L’ indice pubblicato da Barilla è utile per stabilire dove il cibo venga prodotto in maniera più sostenibile.
La fondazione Barilla Center for Food & Nutrition, è stata presentata a Davos dopo esser stata realizzata in collaborazione con The Economist intelligence unit.
L’intento è quello di sviluppare un indice globale per dare sia a politici che ad esperti un mezzo che sappia incanalare le scelte nella lotta alla provenienza del sistema alimentare.
Marta Antonelli, Responsabile del Programma di Ricerca del Barilla Center for Food Nutrition ha affermato che “ci sono due macro-sfide da affrontare: rispettare gli accordi di Parigi e centrare gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Onu. Queste sfide hanno qualcosa in comune: il cibo. Se puntiamo alla ‘povertà zero’ dobbiamo prima combattere la fame nel mondo. Per ‘tutelare la vita nel mare’ dobbiamo ricordare che il 70% del prelievo totale di acqua dolce è destinato all’irrigazione (il 22% va all’industria e l’8% all’uso domestico)” ma di certo i dati non si limitano a questi numeri.
I dati dell’indice Barilla
Secondo i dati dell’indice bisogna combattere i cambiamenti climatici tenendo bene a mente che la produzione agricola causa oltre il 30% delle emissioni di gas serra (più del riscaldamento e dei trasporti).
Ecco dunque che, il cibo che viene portato sulla tavola diventa la base delle sfide che bisogna affrontare per un maggior controllo qualità dei prodotti.
Partendo dai 34 Paesi che si classificano nell’87% del Pil globale e nei 2/3 della popolazione mondiale, l’Index ha analizzato i posti in cui l’agricoltura è più sostenibile, dove il cibo non viene sprecato e dove si mangia in modo più sano, pulito ed equilibrato.